Cenni storici

Ultima modifica 31 ottobre 2022

 
Posizione, confini, popolazione, economia – Palosco, comune della provincia di Bergamo, si trova nella pianura orientale bergamasca a 157 metri s.l.m. e a 20 chilometri dal capoluogo. Il territorio comunale si estende su una superficie di kmq 10,45 e confina con i comuni di Cividate al Piano, Martinengo, Mornico al Serio, Calcinate, Bolgare, Telgate, Palazzolo s/O (Bs) e Pontoglio (Bs).
La popolazione del comune assomma a 5.789 abitanti (al 22.03.2011) in massima parte occupati nelle industrie locali e della zona. Riveste particolare importanza la produzione dei compassi, la più antica e famosa industria locale.
Cenni storici – Il territorio di Palosco era abitato fin dalla preistoria, ma fu colonizzato e messo a coltura in epoca romana con la fonazione di numerose fattorie, che nell’Alto Medioevo si trasformarono in villaggi. Prima del Mille sono documentati, infatti, i villaggi di Malago, Auliuno, Marelliano, Talave, Bussaga e Casale. Il centro abitato di Palosco, documentato dall’anno 856, si andò sviluppando attorno al castello eretto probabilmente nel secolo IX dal vescovo di Bergamo su un dosso posto alla confluenza del Cherio in Oglio, naturalmente difeso dai due fiumi e dalle circostanti paludi (il toponimo Palosco deriva, infatti, dal termine latino palus, cioè palude). Dal secolo XI al XIV il territorio di Palosco appartenne al monaci di S. Lorenzo di Cremona e ad essi si deve probabilmente l’erezione dell’attuale parrocchiale di S.Lorenzo.
 
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La presenza del castello, in tempi caratterizzati da continue guerre tra feudatari, attirò attorno a sé gli abitanti dei villaggi sparsi, che si spopolarono rapidamente, mentre Palosco conobbe un rapido sviluppo demografico; nel XII secolo, ottenuta l’autonomia comunale, fu circondato da mura e fossato.
Il borgo fu al centro delle lotte tra bresciani guelfi e bergamaschi ghibellini per il possesso di alcuni castelli di confine e nel 1156, dopo la battaglia delle Grumore, fu occupato dai bresciani vittoriosi. Nel 1191, dopo un’altra vittoria ottenuta dai bresciani tra Cividate e Pontoglio (battaglia della Malamorte), il villaggio passò sotto la giurisdizione civile e religiosa di Brescia. Ritornò a Bergamo, ma solo nel civile, dopo la vittoria dei Ghibellini e dell’imperatore Federico II a Cortenuova nel 1237. Nel 1248 ottenne da Bergamo l’istituzione di un mercato settimanale.
Nel XIV secolo gran parte delle terre di Palosco appartenevano al monastero bergamasco dei Celestini e alla potente famiglia ghibellina dei Suardi, perennemente in lotta con la fazione guelfa. Per questo motivo il borgo fu più volte devastato dai Guelfi tanto che, a fine secolo XIV, risultava quasi del tutto spopolato. Con la conquista veneziana (1428) e il ritorno della pace ebbe inizio la ripresa demografica ed economica del paese, che raggiunse una notevole prosperità sotto la signoria di Bartolomeo Colleoni (1454-1475). Il Capitano acquistò la possessione della Torre delle Passere, fece restaurare rogge e mulini, ricostruì la parrocchiale e fondò la Misericordia per l’assistenza dei poveri. Lo stemma colleonesco fu in seguito adottato dalla comunità e inserito nello stemma comunale.
Nel XVI secolo fu parroco di Palosco l’umanista Publio Fontana (1548-1609) amico dei maggiori intellettuali lombardi del suo tempo, autore di prose e poesie in latino.
Palosco seguì poi le sorti politiche di Bergamo, prima sotto Napoleone (1797-1814), poi sotto il Regno Lombardo-Veneto (1815-1859); dopo le vittorie franco-piemontesi di S. Martino e Solferino, entrò a far parte definitivamente del Regno d’Ita
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Monumenti
Il centro storico conserva ancora tracce del fossato medievale e delle tre porte. Notevole interesse architettonico rivestono alcune abitazioni dei secoli XIV e XV e i palazzi dei Suardi e dei Calepio (sec. XV); di notevole pregio anche alcuni grandi cascinali del territorio come la Torre Passere, le Treschiere, il Portico e la Cascina Ca’.
Nella piazza del Comune si possono scorgere i resti del mastio dell’antico castello databile ai secoli XI-XII.
La parrocchiale, documentata dal secolo XII, fu più volte ricostruita e ampliata. L’aspetto attuale si deve soprattutto alla ricostruzione settecentesca e all’ampliamento del 1902-1908. Al suo interno si conservano tele di G.B. Moroni, F. Richino, G.P. Lavagna e sculture del Callegari e del Caniana.
S. Maria Elisabetta, antica parrocchiale di origine altomedievale, fu ricostruita nel XVI secolo e successivamente inglobata nell’antica canonica (oggi casa di riposo). Dell’edificio antico conserva il campanile e il porticato sul lato settentrionale.
S. Pietro di Bussaga, già documentata nel XII secolo, fu poi sede dei frati umiliati. La navata gotica e l’abside risalgono al XV secolo; epoche in cui furono eseguiti i numerosi affreschi votivi.
S. Maria della Mercede, nel complesso della Torre delle Passere, fu eretta dai nobili Terzi a fine Settecento per i contadini della Torre e per ospitare la tomba di famiglia.
S. Fermo, di origine medievale (anticamente era forse dedicata a S. Pietro), si trova lungo l’antica strada per Telgate . Caduta in rovina, fu ricostruita totalmente nel XX secolo.
I documenti d’archivio testimoniano l’esistenza di altri antichi oratori, ormai scomparsi da secoli: S. Eusebio al Cherio, S. Vitale al Tirna, S. Michele, S. Pietro delle Passere.
 

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